AD
MORTEM FESTINAMUS
Ad Mortem Festinamus è
l’unica danza macabra pervenuta integra risalente al medioevo. Contenuta
nel Llibre Vermell, è un inno alla morte, probabilmente ispirato dalla
pestilenza del 1347-48 che sconvolse l’intera Europa. È l’unico canto a
noi giunto completo di notazione musicale, il cui testo ci descrive come
tutti gli uomini e tutte le “arti medievali” riconobbero la sovrana
potenza della Morte.
Il manoscritto del
Libre Vermell fu copiato verso la fine del XIV secolo. Inizialmente
conteneva 172 fogli scritti sulle due facciate. Se ne sono perduti 35:
dei 137 restanti, solo sette (fra il 21 e il 27) contengono musica.
Perciò, a conti fatti, non si supera la dozzina di pagine di musica. Il
nome (il libro rosso di Montserrat) deriva dal colore delle copertine
con cui fu rilegato nel XIX secolo.
Andare in
pellegrinaggio al Santuario di Montserrat é oggi, come una volta,
un’esperienza di forte rinnovamento spirituale. Partendo da Barcellona e
dirigendosi verso l’interno, la montagna sacra di Montserrat svetta tra
tutti i colli e si nota per la sua particolare forma, così diversa da
quelle dei monti adiacenti. Sin dall’antichità si pensava che questo
fosse un luogo magico. Per arrivare in cima c’é ancora oggi il vecchio
sentiero che i pellegrini percorrevano a piedi o con l’aiuto di animali:
il “camin de l’angel”, una piccola strada che parte non distante
dall’ultima fonte dell’antico borgo situato ai piedi della montagna e
che si arrampica snodandosi per alcuni chilometri. Naturalmente oggi si
può salire con l’automobile, per una moderna strada asfaltata, oppure
con la “via area”, la funivia, che giunge fino ad una stretta gola,
appena un pò sotto al monastero di Montserrat; ma quell’antico sentiero,
il camin de l’angel, ci ricorda, grazie al suo nome, tutto il fascino di
“via” da percorrere verso la purificazione interiore, offrendo al
pellegrino, durante il suo viaggio-elevazione, un panorama di grande
bellezza.
Il monastero non appare
subito alla vista; é nascosto tra le pieghe della montagna sacra, come
se fosse contenuto in uno scrigno: é esso stesso scrigno per la preziosa
statua lignea della Madonna Nera.
Ben più grande di
quello medievale, ampliato in varie parti per contenere un sempre
maggior numero di fedeli, fu restaurato dopo i bombardamenti della
guerra napoleonica che distrussero parte dei preziosissimi codici della
biblioteca.
Tra i manoscritti
superstiti c’é il Llibre Vermell, il libro vermiglio, così detto per il
colore della sua copertina, redatto alla fine del XIV secolo
(probabilmente nel 1399), che ci documenta sui miracoli della Madonna di
Monteserrat e sul pellegrinaggio alla montagna sacra.
I miracoli della
Vergine Nera erano certamente già conosciuti nel secolo precedente:
infatti sei delle “Cantigas de Santa Maria”, della fine del XIII secolo,
ci raccontano nell’antica lingua gallego-portoghese di come la Madonna
Nera di Montserrat avesse salvato delle pellegrine e dei pellegrini e
miracolato sia i monaci che la stessa chiesa da furti e distruzioni. Era
tale la sua fama di Vergine pietosa e riconoscente che sempre un maggior
numero di pellegrini salivano fino a Lei per lodarla o per chiederle
perdono. Così Montserrat divenne nel Medioevo luogo di visita per ogni
pellegrino d’Europa che si recava in Spagna e che a volte raggiungeva
anche la meta finale di Santiago de Compostela “lì dove finiva il
mondo”. Pare che l’esplosione delle emozioni accumulate dai pellegrini
durante il viaggio fosse tale che, oltre a pregare la Vergine e a
pentirsi fortemente, essi cantassero e danzassero.
Il Llibre Vermell ci
dice che potevano essere intonati e danzati solo quei canti devoti e
rispettosi, come i dieci in esso conservati, e che si vietavano
espressioni sconvenienti durante l’andata, la sosta e il ritorno dal
monastero. Per preparare i pellegrini all’interno della chiesa al giusto
comportamento devozionale vi erano dei pueri cantores che intonavano
appositi canti, come O Virgo Splendens, Mariam Matrem, Inperayritz de la
ciutat joyosa, tre polifonie di diverso stile contenute nel manoscritto.
Questi cantori avevano
una notevole preparazione musicale; erano a conoscenza della polifonia
colta francese e, agevolati dal fervore artistico di tutto l’ambiente
Catalano-Aragonese, potevano usare un gran numero di strumenti musicali.
I re stessi di quel periodo (Juan I e Martin El Humano) erano esperti
musicisti e avevano sempre alla loro corte numerosi musici che andavano
e venivano da Montserrat a seconda dell’importanza delle celebrazioni.
Ma, come ci documenta
il Llibre Vermell, era soprattutto la possibilità data ai fedeli di
cantare e di danzare a costituire il fulcro del fervore popolare: se i
niños cantores potevano danzare in circolo intorno all’altare di
Montserrat in un certo periodo dell’anno, ai fedeli era permesso di
danzare sul sagrato della chiesa e a volte anche all’interno,
utilizzando canti come Cuncti simus concanentes, Los sept goytxs,
Polorum Regina e Stella splendens. Sono, queste, musiche con forti
connotati popolari, semplici da cantare e da ballare in tondo, così come
detta il Llibre Vermell: “ad trepudium rotundum” in latino o “a ball
redon” in volgare catalano.
Per la lode e il
pentimento si raccomandavano due melodie, Laudemus Virginem e Splendens
Ceptigera. E’ probabile che fossero proprio questi canti ad essere
utilizzati dai pellegrini durante la veglia notturna all’interno della
chiesa illuminata dalle candele; sono, infatti, due facili melodie ad
imitazione, (“Caça” nel manoscritto, ossia caccia), due canoni che
potevano cantarsi a due o tre voci.
L’ultima canzone del
Llibre Vermell è proprio “Ad Mortem Festinamus”, l’inno alla morte che
l’Ensemble des Foux suonerà la notte di Halloween a Triora alle 21,15.
Ecco il testo della
canzone:
Ad mortem festinamus,
peccare desistamus
(refrain***)
Scribere proposui de
contemptu mundano,
ut degentes seculi non
mulcentur in vano.
Iam est hora surgere a
sompno mortis pravo.
***
Vita brevis breviter in
brevis finietur,
mors venit velociter
que neminem veretur,
omnia mors perimit et
nulli miseretur.
***
Ni
conversus fueris et sicut puer factus
et
vitam mutaveris in meliores actus,
intrare non poteris
regnum Dei beatus.
***
Tuba
cum sonuerit, dies erit extrema,
et iudex advenerit,
vocavit sempiterna
electos in patria,
prescitos ad inferna.
***
Quam
felices fuerint, qui cum Christo regnabunt.
Facie
ad faciem sic eum adspectabunt,
Sanctus, Sanctus, Dominus Sabaoth conclamabunt.
***
Et quam tristes fuerint,
qui eterne peribunt,
pene
non deficient, non propter has obibunt,
heu,
heu, heu, miserrimi, nunquam inde exibunt.
***
Cuncti
reges seculi et in mundo magnates
adventant et clerici omnesque potestates,
fiant velut parvuli,
dimitant vanitates.
***
Heu, fratres karissimi,
si digne contemplemus
passionem Domini amare
et si flemus,
ut pupillam occuli
servabit, ne peccemus.
***
Alma Virgo Virginum, in
celis coronata,
apud
tuum filium sis nobis advocata
et post
hoc exilium ocurrens mediata.
***
Vile cadaver eris:
cur non peccare vereris?
cur
intumescere quaeris?
ut quid
pecuniam quaeris?
quid
veges pomposas geris?
ut quid honores quaeris?
cur non paenitens
confiteris?
contra proximum non
laeteris?
TRIORA, 31 OTTOBRE 2007
Centro storico,
Boschetto
IL CREPUSCOLO DEI FOLLI
HALLOWEEN GOTHIC FEST
(Ingresso libero)
PEOGRAMMA
Ore 17,00 [Centro
Storico]
L’Associazione
Culturale Iannàtampé presenta: “INSANIA ALCHIMIA”. Spettacolo
di teatro e intrattenimento per bambini.
Ore 17,30 [Centro
Storico]
LA BOTTEGA DELLA ZUCCA
Realizzazioni
artistiche di strumenti musicali con le zucche ad opera del Maestro
liutaio Luca Gherardi.
Ore 21,15 [Boschetto di
Triora]
L’Associazione
Culturale Iannàtampé presenta: “LA RIDDA AL CREPUSCOLO”. Spettacolo
di musica, teatro, giocoleria, canto e fuoco
Ore 22,00 [Centro
Storico]
L’Ensemble des Foux
presenta “AD MORTEM FESTINAMUS”, danza macabra del 1300.
Ore
23,00 [Boschetto di Triora]
HALLOWEEN WITH MACBETH (10 years after…).
La band gothic-metal,
nata 10 anni fa proprio a Triora, festeggia il suo compleanno
presentando in anteprima il nuovo CD Superangelic Hate Bringers e
il video del primo singolo Without you.
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